Al di fuori del linguaggio, l’uomo è perduto.
Infatti, ciò che sta al di fuori del linguaggio è puramente mentale. Sia esso una percezione sensibile, un’idea astratta o il ricordo di un’esperienza, si tratta di un evento mentale. E gli eventi mentali, a ben guardare, sono sempre elementi confusi ed ambivalenti, se non trivalenti o peggio, che ci fanno rimbalzare tra diverse prospettive e significati.
Questo accade perché il nostro cervello è costantemente tempestato da pensieri, impulsi, idee e immagini, al punto che, quando pensiamo per esempio all’idea di “città”, non riusciamo a discernere un’immagine unitaria, coerente, ordinata di ciò che la nostra mente si rappresenta: “città” richiamerà a sé idee contraddittorie (le piazze parte e vaste, la folla e la calca impazzita), emozioni contrastanti (il desiderio di buttarsi nelle opportunità e la paura di perdersi nel marasma, ma anche il timore di essere insignificante e il desiderio di emergere dalla folla) e ricordi biforcati (un film che racconta le opportunità della città e un’esperienza che mi ricorda quanto sia importante restarsene al di fuori del caos).
Solo nel momento in cui parliamo, scriviamo, testimoniamo, insomma solo nel momento in cui ci esprimiamo NEL linguaggio, l’idea che prima era un marasma confuso prende forma e ci salva dalle ambivalenze e dalle contraddizioni. Solo nel momento in cui esprimo ciò che nella testa era un caos e lo formalizzo in un messaggio posso capire davvero cosa conosco, desidero e temo di quel dato elemento del mondo. Al di fuori di questo, lasciato da solo nell’ascolto della mia testa, sono perduto perché il pensiero, persino il più lucido e chiaro, è impossibile da discernere al di fuori dell’espressione.
“Ogni uomo è libero di pensare ciò che vuole e di esprimere liberamente ciò che ha pensato” diceva Spinoza. E io credo che oggigiorno dobbiamo tornare a queste parole. Ma non dando loro un significato etico e prescrittivo (la tanto fraintesa idea di “libertà di espressione”), quanto piuttosto un significato epistemologico e ontologico: se non mi esprimo, qualunque sia la mia idea, sono perduto.
E un uomo, da perduto, porterà anche gli altri a perdersi.